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Stefano Medas
d’arrivo, un prodotto che per molti aspetti rimane insupera-
to, nonostante l’affermarsi delle cosiddette stockless anchors, le
moderne ancore senza ceppo.
Dicevamo delle origini lontane. Sulla base della documenta-
zione archeologica, l’introduzione delle ancore di ferro può
essere ricondotta al III-II sec. a.C., periodo a partire dal quale
furono sempre utilizzate. La loro tipologia deriva direttamente
da quella delle ancore antiche in legno con ceppo di piombo
(FIG. 2), impiegate fino al II sec. d.C., di cui quelle in ferro ri-
presero in un primo momento le marre rettilinee a V, per poi
evolversi in forme con le marre arcuate simili a quelle attuali
(Kapitän 1984; Medas 2005) (FIG. 3). Nel corso del Medioevo,
Fig. 2. Ancora di età romana con fuso
e marre di legno, ceppo e contromarre
di piombo (da Medas 2005).
Fig. 3. Schema semplificato dell’evoluzione delle ancore di ferro tra Antichità
e Medioevo (da Kapitän 1984).
tra il VI e il X secolo (con un termine basso che potrebbe arrivare
fino al XII secolo), si assiste anche all’affermarsi del tipo a T rove-
sciata, con le marre più o meno perpendicolari al fuso e le palme
inclinate di circa 45° rispetto alle marre (Medas 2007; D’Agosti-
no, Medas 2008) (FIG. 4). Durante la successiva evoluzione di età
tardo-medievale e moderna furono introdotte le palme di forma
triangolare e quelle a foglia, cioè coi lati arcuati, in entrambi i casi
terminanti con unghie all’estremità (per migliorarne la penetra- Fig. 4. Ancora in ferro a
zione e la presa nel fondo). Contestualmente, si diffuse l’uso del T rovesciata, cosiddetta
“bizantina”, VI-VII secolo (da
ceppo fisso di legno, di sezione quadrata o circolare, composto da D’Agostino, Medas 2008).
due mezzi elementi uniti insieme tramite fasce o cerchioni di fer-
ro. Un dente di ferro sporgente sui due lati opposti del fuso stesso, nella parte più alta, poco
al di sotto della cicala, serviva per bloccare il ceppo, impedendogli di scorrere in senso ver-
ticale; il doppio dente, infatti, andava ad incastrarsi in due appositi incassi, ricavati ciascuno
sui due mezzi elementi del ceppo di legno (per le caratteristiche tecniche e l’evoluzione di
queste ancore tra Medioevo ed Età moderna, si vedano Pering 1819; Cotsell 1856; Hunt
1860; Upham 1983: 13-25; Curryer 1999: 32-95) (FIGG. 5 a-b).
Tra il XVIII e il XIX secolo si assiste ad un progressivo incremento degli sforzi volti, da un
lato, a migliorare l’efficienza di questo tipo di ancora, dall’altro a creare un quadro di rife-
rimento dei pesi e delle misure delle ancore stesse, funzionali alle diverse dimensioni e ai
diversi tonnellaggi delle navi. Inoltre, nel corso del XIX secolo avanzato iniziarono ad essere
brevettati nuovi tipi di ancore destinati a creare una vera e propria rivoluzione nell’ambien-
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