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Maria Luisa Stoppioni
Le ancore del mare entrano in Museo
Maria Luisa Stoppioni
(Responsabile del Museo della Regina di Cattolica)
La lunga vicenda delle due ancore recuperate presumibilmente nell’alto Adriatico sta
per concludersi con il loro definitivo alloggiamento dentro il Museo della Regina1, là
dove sin dal 2000 è conservata un’altra ancora, il tipo “ammiragliato”2 che aveva a
lungo fatto bella mostra di sé presso l’ex sede dell’Azienda di Soggiorno di Cattolica, in piazza
Nettuno.
La presenza “antica” di un’altra ancora non è però sufficiente a spiegare le ragioni per le
quali è a Cattolica che alla fine hanno trovato degna esposizione questi due straordinari
reperti; innanzitutto va detto che alla scelta di Cattolica si è giunti anche perché, nonostante
giacessero in fondali ben più settentrionali, erano state “tirate su” da un motopeschereccio che
fa parte della flottiglia da pesca riminese, il “Joacchi”3 che, una volta rientrato a Rimini, aveva
consegnato i due “ferri” alla locale Capitaneria di Porto; poiché una sezione fondamentale
di questo Museo è dedicata alla marineria e custodisce le testimonianze della gente di mare
e delle attività che vi si svolgevano, la scelta è apparsa naturale e conseguente; va aggiunto,
inoltre, che il Museo della Regina è anche Museo archeologico: e le due ancore, essendo state
recuperate da giacimenti subacquei, sono ormai veri e propri reperti archeologici.
Con questo nuovo allestimento e a seguito della collocazione nell’atrio delle due grandi
ancore, si recupera quel carattere che il Museo aveva cercato di darsi già dal 1995, quando
il nascente Corso di Archeologia e Storia Navale4 aveva tentato, e crediamo felicemente
tentato, di conferire un’unica anima alla nascente struttura, allo scopo di mantenere intatti e
distinti i caratteri delle due sezioni, ma nondimeno di consentire il riconoscimento, là dove
possibile, di tratti e chiavi di lettura condivisibili e interscambiabili. La comparabilità tra
1 Mi unisco ai ringraziamenti doverosi e sinceri al Rotary Rimini Riviera e al Rotary Riccione Cattolica, per
il contributo decisivo che hanno fornito alla realizzazione dell’impresa; all’Amministrazione Comunale di Cattolica
che l’ha sostenuta con grande interesse e alla Soprintendenza Archeologica di Bologna, che ne ha consentito ed anzi
proposto e caldeggiato il deposito presso questo Museo. Grazie poi ad Alain Rosa, che per primo ne ha proposto la
collocazione in questa sede e al restauratore Mauro Ricci, che ne ha seguito tutte le fasi, dal trasporto alla prima
esposizione in giardino e che aveva correttamente previsto i rischi cui sarebbero state sottoposte se le avessimo
lasciate all’aperto. Ma un ringraziamento speciale va a Stefano Medas, cui mi unisce una lunga collaborazione
e amicizia e alla cui generosità e professionalità si deve la scelta di questo intervento e un arricchimento tanto
prezioso per il Museo della Regina.
2 L’ancora, del XVIII/XIX sec., era stata rinvenuta al largo di Pesaro tra gli estremi anni ‘50 e il 1961;
attualmente è esposta nell’atrio del Museo.
3 Cfr. infra, il contributo di A. Rosa.
4 S. Medas, M. L. Stoppioni, L’esperienza del Corso di Archeologia e Storia Navale, Cattolica (Rimini), 1995-
2006, in A. Asta, G. Caniato, D. Gnola, S. Medas (a cura di), NAVIS 5. Archeologia, Storia, Etnologia Navale. Atti del II
Convegno Nazionale (Cesenatico, Museo della Marineria, 13-14 aprile 2012), Padova 2014, pp. 281-288.
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