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Ana Cecilia Hillar, Cristina Leoni
si presentava spoglia della superficie costitutiva.
In generale le superfici erano molto irregolari e
disomogenee con solcature longitudinali, molto
evidenti lungo il fuso e nelle marre, ove si notano anche
erosioni e mancanze (fig. 7). I punti interessati da questo
degrado erano caratterizzati dalla accentuata tendenza
a spolverare ed esfoliare con perdita di materiale e
innesco di corrosione attiva nelle zone profonde delle
solcature. Le parti meglio conservate erano quelle poste
nei punti più protetti, come le parti interne e sottostanti
Fig. 7. Particolare dell’ancora Trotman nella delle patte e nell’attacco tra il ceppo e la cicala (figg.
zona tra il fuso, le marre e le patte dove si 8- 9). In corrispondenza di queste piccole aree erano
notano fenomeni di erosione. ancora presenti alcuni frammenti intatti caratterizzati
dalla presenza in superficie di
incrostazioni calcaree originate
dalla permanenza in mare.
Queste porzioni di superficie
originali conservate, mettevano
Fig. 10. Particolare dell’ancora Trotman
con iscrizione incisa.
Fig. 8. Particolari dell’ancora Fig. 9. Particolari dell’ancora in evidenza ulteriori punti di
Trotman sotto le patte dove si Trotman nella zona della cicala debolezza dell’ancora, data la
conservano residui di superficie dove si conservano residui di propensione al distacco e alla
originali. superficie originali.
sfaldatura. Nel fuso sulla parete
piatta frontale si notava una iscrizione incisa tramite punzonatura, riportante alcuni numeri
abbastanza leggibili, come un 70 e uno 0 a breve distanza (fig. 10).
Intervento conservativo
Il primo delicato intervento effettuato sulle due ancore è stato quello di pulitura. Si tratta
di una fase complessa, che persegue lo scopo di individuare, quando possibile, un livello di
superficie e un volume ipoteticamente originari; questa ricerca si basa sulla osservazione di
piccole variazioni di colore e diversa consistenza dei prodotti di corrosione. L’ impresa si è
rivelata assai difficile nel nostro caso per la perdita evidente degli strati originali di superficie.
La pulitura, che in ogni intervento conservativo deve essere graduale, ha richiesto un controllo
visivo continuo; nel particolare caso delle ancore, tenendo conto dello spessore, coesione,
adesione e durezza degli strati, sono stati scelti metodi per una pulitura completamente
manuale e meccanica.
Dopo l’eliminazione di depositi polverosi superficiali, le ancore sono state ripulite
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